Venerdì 19 Novembre ore 18:30 - Sabato 4 Dicembre 2010. Galleria Ca' d'Oro Roma, Piazza di Spagna 81, Roma
DANILO MAESTOSI: INDIZI DI UNA NUOVA SOGGETTIVITÀ La densa e viva lava interiore della pittura di Maestosi, nel suo peregrinare creativamente simbiotico tra il dentro e il fuori, si relaziona con la grande esperienza di Rothko.
Rothko ha camminato accanto al fiume delle tenebre, mesto e apprensivo ha accompagnato il graduale spegnersi della luce che collassava nel buco nero del nucleo profondo della sua personalità.
Rothko, con il suo sacrificio estremo, ha chiuso l'esperienza di un'astrazione che pretendeva di escludere l'attività dell'io.
Maestosi reagisce a tale condanna dell'astrazione e reintegra l'azione del suo "io" nel processo astrattivo. Ne spinge la funzione oltre le frontiere consuete e riconosciute dall'occhio della cultura, sino a recensirne poeticamente l'azione entro il profondo polo pulsionale della personalità.
In tal modo, la poetica di Maestosi intercetta il nostro tempo.
Oggi, infatti, tutti gli spessori simbolici del mondo, esiliati dal trionfo della società della "superficie", si nascondono nel profondo della personalità, molto più in profondità del livello più superficiale in cui opera la consapevolezza.
Così, l'io intrigato con l'immagine complessa del mondo, ormai occultata nell'atemporalità dell'"Es", deve di nuovo relazionarsi con l'attuale fisico e vuoto mondo esterno e deve, nel magma di quell'intrigo, ridisegnare la diversità come identità delle culture.
Questo è lo scenario in cui acquisisce senso il processo creativo di Maestosi che per questo si presenta come esperienza attualissima e volta al futuro. A tale proposito, la diversità disegna il mondo è un'opera emblematica.
Ma chi è il soggetto che individua la diversità? È un "soggetto non soggetto" che cerca di distinguere mentre è parte dell'indistinto.
E questo "soggetto non soggetto" è l'"io" che oggi deve definirsi dentro l'indistinto fusionale dal quale prima doveva fuggire per poter essere.
Ieri, infatti, un pittore poteva definire i contorni di un oggetto perché tra lui e l'oggetto esisteva una distanza mentale che consentiva quel gesto.
Oggi, per l'aumento della velocità degli scambi, il pittore soggetto collassa nell'oggetto, i geni reciproci si mescolano e occorre scendere in essi, essere essi, per ridefinire le reciproche identità.
Ed è lì che la pittura di Maestosi cerca, è lì che intercetta il nomadismo interiore delle identità per salvarle dall'entropia di una globalizzazione e di un pensiero unico.