Come i diarietti di una volta; sopra, il santo del giorno e i cicli della luna, sotto, citazioni, annotazioni, pensieri. Ma il nome circoscrive alla lettera anche titolo e tema di questa e altre possibili mostre: la luna e le sue tante facce.
La luna territorio dell'anima, specchio magnetico e ombroso dell'ambiguità dei sensi e della fantasia. Ogni quadro come una pagina che tenta di fermare un'associazione suggerita, o presa in prestito, da un verso, un film, una canzonetta, il passo d'un romanzo.
E poi ci gioca su, come si è sempre fatto con quella sfera ammaccata e rugosa che chiamiamo luna. Con quell'arancia mordicchiata o ridotta a spicchio, complice di rapimenti, rabbie, ricordi, emozioni. Misura beffarda dell'universo che ci appartiene e ci sfugge.
Danilo Maestosi
Quante facce ha la luna? Tante, tutte quelle del nostro immaginario... Danilo Maestosi ci aiuta a ripercorrere queste mille facce con una mostra che affianca alla suggestione dei colori e delle forme la ricerca delle parole, con citazioni, annotazioni e pensieri tratte da poesie, ma anche da canzoni, film, romanzi.
Un'interpretazione a tutto campo che testimonia la sensibilità dell'autore e ci regala un esempio concreto di vivacità culturale. Viviamo in una città ricca di cultura ma frenetica come ogni metropoli: mi sembra importante che ci sia ancora chi sa fermarsi e guardare il cielo, per regalarci un momento di emozione.
Gianni Borgna
Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma
Danilo Maestosi è un caso davvero straordinario di ricchezza culturale, giornalista e artista, l'una e l'altra delle vocazioni portate a livelli assai elevati. Scrive bene, con un occhio più profondo del semplice osservatore; dipinge come se raccontasse di quel momento. La realtà è a volte fantasia. E viceversa. Questa mostra di Danilo Maestosi puó anche essere interpretata come un viaggio, un itinerario fantastico. Potrebbe, poi, anche essere valutata come un montaggio, un montaggio alla maniera cinematografica che interviene per assemblare immagini e voci, colori ed estratti poetici o narrativi. Lo sguardo dell'autore visita la luna, cioè un grande riferimento dell'immaginario artistico, ma in questo percorso non ha mai cedimenti puramente lirici, viaggia sempre sul filo della consapevolezza dialettica. Il dialogo tra la soggettività dell'uomo e l'universalità della natura, qui rappresentata dalla luna, appunto. E gli autori che Maestosi cita si aggregano per testimoniare come la luna-natura è un grande caleidoscopio nel quale ció che viene raggiunto dall'occhio determina emozione e sorpresa, ma accende nell'uomo la sospensione del giudizio, le infinite interrogazioni dell'intelletto. L'ineffabile luna che, come ci ricorda Maestosi, ora ineffabile ora rugosa, ha accompagnato l'Ariosto, Rostand e Borges. Cicli poetici diversissimi che non hanno mai rinunciato a interrogare la luna, sempre scoprendo che quella è la via
maestra anche per interrogare se stessi.
Vincenzo Maria Vita
Assessore alle Politiche della Cultura, della Comunicazione
e dei Sistemi Informativi della Provincia di Roma